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PERCHE' LO SHOTOKAI

Questa è una domanda che mi sono posto dopo, tuttavia credo di avere acquisito una conoscenza sufficiente per poter giudicare obiettivamente, al di là di quello che può essere l'efficacia di uno stile. Non sono qui a sindacare sulla validità di uno stile, credo però che quello che ho trovato facendo shotokai difficilmente riuscirei a provarlo altrove. Lo shotokai è l'essenza del karate praticato nel dojo, ed è questa la differenza sostanziale che ci contraddistingue, quello che si predica in tutte le scuole di arti marziali, qui si vive nella pratica.

Quando ho iniziato, c'era un'unica palestra di karate nella mia città e probabilmente, una delle prime in Italia, per cui non ho avuto scelta e questa è stata una delle mie più grandi fortune. Era il 1974, considerando che le prime tecniche di karate in Italia si erano viste verso il 1965, mi sono ritrovato in una situazione appena nata ma che si stava sviluppando in maniera esponenziale.

Allora la conoscenza di questa arte marziale era limitata ai primi film provenienti dall'oriente e successivamente alle gesta di Bruce Lee. Come tutti i ragazzi ero affascinato da quell'alone di mistero che circondava questa parola: Karate. Mistero che svanì subito il primo giorno che entrai nel Dojo. Nella lunga fila di allievi che annunciava il saluto io ero all'ultimo posto, difficile dire chi fossero quelli che seguivano, erano come guerrieri intoccabili con cinture colorate fino alla marrone; cinture nere non ce n’erano: era un privilegio non ancora raggiunto.

Solo una, ma davanti a me, con lo sguardo deciso e sicuro: era il Maestro Freschi, uno dei pionieri del karate ed io, inconsapevole fortunato, vi ero di fronte. Col senno di poi mi chiedo come ho potuto sopportare tutta quella fatica......

Comunque eravamo orgogliosi, decisi a non mollare nemmeno di fronte a quei terribili "frontini" che quasi ogni sera ci accompagnavano. Si sudava, si soffriva senza capire il perché eppure, ogni sera, eravamo tutti lì con quel pigiama bianco addosso, i piedi martoriati e i muscoli perennemente doloranti dallo sforzo.

Pochi hanno poi resistito, ricordo che ogni anno il corso dei principianti era numerosissimo, almeno 80, del mio corso io sono l'unico rimasto e, come me, pochi altri. Eppure c'era qualcosa che ti faceva continuare, qualcosa che piano piano riuscivi a capire, qualcosa che si chiama Shotokai.

La consapevolezza di avere preso la Via giusta l'ho avuta quasi subito: erano pochi mesi che avevo iniziato quando il Maestro ci disse che anche noi cinture bianche potevamo partecipare allo stage di Dicembre tenuto dal Maestro Tetsuji Murakami. Allora ero ben lontano dal sapere quello che avrei provato salendo le scale della mia palestra, per una settimana di seguito, ogni sera dalle 19.00 alle.... Chi come me ha provato quest'esperienza, sa che le mie parole sono ben poca cosa in confronto alla realtà in cui eravamo; è in questa condizione che ci si avvicina a capire lo spirito dello Shotokai. Solo attraverso queste esperienze si possono comprendere le motivazioni che ti permettono di continuare.

Vorrei soffermarmi a parlare del Maestro Murakami. Retorica, ricordi sentiti e ridetti, aneddoti consumati dagli anziani in palestra, leggende o verità che invadono la testa degli allievi a volte quasi scocciati a volte ripetute troppo insistentemente come a voler enfatizzare un personaggio al di sopra di tutti, di tutto:  E' COSI'. Il Maestro era al di sopra di ogni immaginazione, non è nostalgia o un incommensurato amore di allievi che lo hanno conosciuto, era davvero tutto quello che si racconta e, forse, anche di più.

Al di là del suo stile, oserei dire impeccabile, era quello che riusciva a comunicare; quando entrava in palestra si sentiva la sua energia pervadere l'aria, aveva la capacità di catalizzare l'attenzione di tutti e riusciva a tirare fuori da ognuno di noi quello che non avremmo mai pensato di avere, riusciva a portarti al limite delle tue capacità e poi oltre. Poteva comunicarti l'essenza del karate in un oistuki ripetuto alla nausea, allo stremo delle forze eppure, instancabilmente, ti dava quella fiducia a continuare nella Via.

Una Via che non avrei potuto percorrere senza il mio Maestro Vero Freschi che mi ha insegnato a non desistere mai e a rimanere coerente su questa difficile strada. Lo Shotokai mi ha dato tutto quello che da ragazzo ho sognato esistesse, i vecchi Maestri che vivevano su chissà quale montagna, i colpi segreti che paralizzavano con un dito, le gesta dei guerrieri Ninja che sparivano in una nuvola di fumo, i combattimenti con decine di avversari e la capacità di sentire il pericolo ad occhi chiusi.

Questo ho ricevuto dallo Shotokai e forse quello che gli ho dato in cambio è ancora poco.

 

                                                                                                                                                                                                 M° Manuel Carro 

Keikoclub Forlì Karate stile Shotokai - Via Porta Merlonia 6/a - 47121 Forlì  - e-mail:keikoclub@gmail.com tel: 348 6713517 - 348 6948009

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