top of page
IL KUMITE

 Vorrei illustrare le motivazioni per cui questo stile non ammette il kumite sportivo e  come viene praticato durante il keiko quotidiano.

In primo luogo penso che non si possano fare paragoni fra sportivo e tradizionale, il kumite sportivo non può essere collocato in un contesto di karate puro, è semplicemente la necessità di una competizione personale, un misurarsi con se stessi,  profondamente in contrasto con quello che è lo spirito del karate.

Innanzi tutto per poter sostenere un combattimento libero è necessario avere una conoscenza ed una padronanza delle tecniche  che solo anni di pratica possono portare, poi i limiti giustamente posti da regole e arbitri snaturano il concetto di base del karate che è quello della vita e della morte. Con questo non dico che non ci si possa allenare al kumite, ritengo solo che si debba cambiare profondamente lo spirito con cui ci si pone davanti ad un avversario. La difficoltà di creare in palestra una situazione di reale pericolo è problematica ma non impossibile, ci si può avvicinare a questa sensazione senza per altro doversi far male.

E’ l’atteggiamento con cui ci si pone in discussione a dover ricreare la situazione di pericolo. Non credo che, trovandosi in una situazione di pericolo reale al di fuori della pratica del dojo, si reagisca nello stesso modo che in un palazzetto durante una gara. Non dico che le gare non siano produttive per qualcosa, ma questo qualcosa è  profondamente diverso da ciò che ognuno di noi deve cercare in se per poter percorrere quella Via segnata dalla pratica del karate. Si può essere un ottimo atleta senza conoscere la vera Via, è una scelta che ognuno di noi può fare liberamente ma che si allontana dalla spirito dell’Arte.

Immaginate di dover fare un combattimento sportivo con più avversari, come sarebbe possibile trovarvi un punto di armonia??? Come ci si può porre di fronte a diversi avversari pensando di dover fare “ippon” ??

Un combattimento, perché sia tale, deve avvicinarsi il più possibile alla realtà, per questo motivo l’attacco o la difesa deve essere portato come fosse definitivo e non con l’idea di una conseguenza ad una tecnica successiva. Altrimenti il risultato sarebbe un rimedio ad una sconfitta già avvenuta, per cui inutile. Ci si deve porre di fronte ad un avversario con la mente vuota e pulita da qualsiasi ragionamento tattico, il risultato sarà semplicemente la verifica del lavoro fatto nel dojo, al di là di una vittoria o di una sconfitta. 

Un combattimento inizia nel saluto e finisce nel momento in cui parte l’azione, perché questo avvenga ci deve essere una  reale convinzione ad eliminare l’avversario senza chiedersi a quale tecnica affidarsi. Per questo si deve creare un’armonia che porti ad una comunicazione mentale con l’avversario tale da fondersi completamente con lui per poter capire con anticipo le sue intenzioni, vi sarà un tempo infinitesimale in cui lui deciderà di muoversi, in questo lasso di tempo voi potrete agire.

Ancora più difficile sarà un combattimento con più avversari, per poter entrare in comunicazione con tutti sarà necessaria l’esperienza di una vita.  Questo deve essere uno stimolo ad una pratica non facile e lunga nel tempo ma che porta ad una grande gratificazione spirituale.

Nella pratica quotidiana ci si deve porre in questo stato mentale dal saluto iniziale a quello finale, non esiste un atteggiamento differenziato fra kumite, kihon o kata, la condizione dello spirito deve essere sempre la stessa, quando si pratica da soli ci si deve creare un avversario immaginario, durante il kumite invece, avviene il contrario, l’avversario non si deve vedere ma semplicemente sentire.

Non attaccare facilmente, poiché un attacco definitivo deve essere decisivo: ancor prima di muoversi vi deve essere la certezza di poter eliminare l’avversario, in questo modo si da l’opportunità al vostro partner di entrare più facilmente in comunicazione con voi. Da qui nasce un lavoro reciproco mentale che vi aiuterà nello studio della comunicazione. Immaginate di trovarvi dentro una bolla di sapone e di fronte quella del vostro avversario, dovrete cercare di unirle in una unica senza farla scoppiare, da quel momento sarete una sola entità che potrete gestire a vostro piacimento.  

 

M° Manuel Carro 

Keikoclub Forlì Karate stile Shotokai - Via Porta Merlonia 6/a - 47121 Forlì  - e-mail:keikoclub@gmail.com tel: 348 6713517 - 348 6948009

bottom of page